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Nelle vicinanze di Camogli e Portofino, raggiungibili a piedi o dal mare in barca o battello San Nicolò di Capodimonte, Punta Chiappa e la sua stella maris, Porto Pidocchio

SAN NICOLO’

PUNTA CHIAPPA

PORTO PIDOCCHIO

E L’ULTIMA TONNARA

 

Gli appassionati di trekking non possono mancare una visita alla Chiesetta di San Nicolò di Capodimonte, a Punta Chiappa e a Porto Pidocchio.

Scendendo a piedi da S. Rocco  si incontra la chiesetta di S. Nicolò di Capodimonte, pregevole esempio di arte romanica, edificata in pietra secondo la tradizione nel XII secolo. A fianco della piccola pieve sorgono un  monastero e un piccolo nucleo di case. Tra gli affreschi affiorati durante il restauro del 1925-26 ce n’è uno significativo: la più antica rappresentazione della "Stella Maris". Si tratta di una barca nel mare in tempesta, soccorsa dalla Vergine che tiene in braccio il Bambin Gesù.

Una volta visitato il complesso di S. Nicolò, Continuando a scendere lungo il sentiero diretto al mare, si incontra Punta Chiappa. Luogo sospeso tra passato e presente, a cui si può giungere soltanto a piedi o con la barca, Punta Chiappa è un caratteristico borgo marinaro che prende nome dall’omonimo masso di puddinga  (conglomerato di detriti tondeggianti cementati da matrice calcarea) proteso in mare, un tempo utilizzato dai pescatori per i traffici mercantili e come luogo di rifugio per le barche e gli attrezzi da lavoro. Oggi, nella stagione estiva, quando  l’attività dei battelli è più assidua, è un’ambita meta turistica.

Nel piccolo borgo, dove oggi sorge una trattoria, era un tempo in funzione un mulino ad acqua, dove si macinavano il sale per la conservazione delle acciughe, le olive, e la corteccia di pino, utilizzata dai pescatori per tingere le reti di cotone.
Proprio a Punta Chiappa si trova il porto più piccolo del mondo dal nome molto eloquente: Porto Pidocchio, una piccolissima insenatura naturale scelta fin da tempi antichissimi dai pescatori di San Nicolò di Capodimonte, come luogo di rifugio per le barche da pesca.
Sulla Punta, come viene affettuosamente chiamata dai pescatori camoglini, lo sperone roccioso che si protende  per 200 mt. a delimitare ad oriente il Golfo Paradiso, esisteva da tempo immemorabile una statuetta in marmo corrosa dalla salsedine che raffigurava la Stella Maris. Al posto della statuetta si trova oggi un bel mosaico. Ogni anno, la prima domenica di agosto, le barche pavesate a festa approdano qui e la sera il mare si illumina delle luci dei lumini accesi in omaggio alla Madonna protettrice dei naviganti: ogni lumino acceso rappresenta simbolicamente l’anima di un navigante morto in mare.
“Uomo libero, sempre tu amerai il mare”, diceva Baudelaire ma “Il mare è amaro e il marinaro muore in mare”, rispondeva Verga.

Nelle acque di Punta Chiappa, sotto la chiesetta di S. Nicolò di Capodimonte che pare aggrappata al Monte di Portofino, da metà aprile a metà settembre, seguendo una tradizione pluricentenaria, viene calata la tonnara che leva le reti tre volte al dì.
Ormai i tonni catturati sono rari, ma il pesce pregiato che resta nella rete è sempre abbondante.
La pesca della tonnara ha una tradizione antichissima: le prime notizie di essa risalgono addirittura al 1603 ma probabilmente è anche più antica.

Sebbene la gente del posto parli di “tonnara” ,quella di Camogli è in realtà una tonnarella;

la  “tonnara” è intesa esclusivamente per la pesca del tonno (pesca che comincia a Maggio e dura circa quarantacinque giorni)  e cattura il cosiddetto “tonno da corsa”, quello cioè che entra nei nostri mari dallo Stretto di Gibilterra per riprodursi nel Mediterraneo. Questa pesca termina solitamente con la  sanguinaria “mattanza”.   La “tonnarella” ,invece, oltre ai tonni può catturare qualunque tipo di pesce di passaggio , rimane in mare da Aprile a Settembre e “leva” le reti tre volte al giorno. La  “leva” della tonnara è un interessante spettacolo a cui oggi si può assistere;  visite guidate sono organizzate dalla Cooperativa Pescatori Camogli. Per informazioni: 0185 772091.

Qualche curiosità
Mentre un tempo le reti erano fatte con la “lisca”, un’erba lunga e flessibile che nasce sul Monte di Portofino e che qualcuno andava a raccogliere, faceva seccare e lavorava, oggi sono in fibra  di cocco che arriva  in balle ruvide e giallastre ogni anno dall’India e viene lavorata a mano dai pescatori durante l’inverno: essa viene filata, tinta e messa ad asciugare sul molo di Camogli. Il peso della rete finita è addirittura pari a 1.200 kg!

I lunghi cavi che servono per legare tra loro le varie parti della rete e per sollevare il sacco durante la levata, vengono invece lavorati a San Fruttuoso.

Durante la permanenza in mare alle reti di cocco attecchiscono molluschi ed alghe che da un lato sono un invito per i pesci che vengono attirati da un’esca appetitosa, ma dall’altro  ne  impediscono il recupero per cui, alla fine della stagione, le reti di cocco vengono tagliate ed abbandonate in mare dove, essendo una fibra naturale, diventano  pastura per i pesci.

La rete della tonnara  è come un labirinto sommerso, formato da porte e stanze; essa  viene tesa sempre a circa 400 mt da Punta Chiappa, legata ad uno scoglio, da secoli chiamato dai camoglini  “Pesale”. Sopra la rete è ancorata una barca, la “poltrona”, mentre un’altra barca, detta “asino”, viene portata avanti e indietro  tre volte al giorno da Camogli verso la Tonnara dai sei pescatori di turno, portando a  rimorchio  una barca più piccola, la "vedetta",  e poi viene fissata  all’altra estremità della rete. Usando la barca più piccola, i pescatori si muovono tra le due barche e passano così sulla “poltrona” da dove  cominciano a sollevare la  “camera della morte” per mezzo di sei cavi, avvicinandosi lentamente, metro per metro,  all’”asino” finché tra le due barche rimane solo un grande sacco pieno di pesci guizzanti che vengono poi caricati sull’”asino” che, ancora una volta torna a Camogli con il pescato. Un tempo chi dirigeva le operazioni di levata era detto “Rais”, figura che non esiste più: al suo posto ci sono oggi due capibarca.

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Per maggiori informazioni su San Fruttuoso, Portofino, Camogli, Cinque Terre, Deiva Marina, Riviera di Levante, visita anche:

   www.clelia.it

  
www.cinqueterreriomaggiore.com
   
www.framura.eu


Ultimo aggiornamento: 30-06-12